Super POLKA DEL SINGHIOZZO – Nicolò Di Mattia e il suo ORGANETTO
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La ricerca etnocoreutica di G Carlo Battilani e Mauro Grassi in Val Santerno e Val Sillaro portò al maestro Italo Ghini che fu a lungo direttore della Banda di Castel San Pietro. In gioventù Ghini formò un quartetto famoso (GHITA) tra il 1947 e, grosso modo, gli anni ’60. Clarinetto, chitarra, batteria, basso…suonavano lo swing e il boogie che le truppe americane avevano portato in italia. Ma quando la Ghita suonava in montagna nelle veglie del primo dopoguerra, cominciare la serata con lo swing non andava bene…la gente era “fredda” e non v’era modo di tirarli in pista. Fu così che Ghini chiese la ragione di questa apatia. Gli fu detto “ inizia con una bella tresca o un trescone e vedrai” …detto fatto Ghini chiese che gli fischiettassero dei brani di tradizione locale, lui li trascrisse e li arrangiò per l’orchestina. Con questo stratagemma “scaldacuori” la Ghita ebbe molto successo.
La ricerca etnocoreutica di G Carlo Battilani e Mauro Grassi in Val Santerno e Val Sillaro portò al maestro Italo Ghini che fu a lungo direttore della Banda di Castel San Pietro. In gioventù Ghini formò un quartetto famoso (GHITA) tra il 1947 e, grosso modo, gli anni ’60. Clarinetto, chitarra, batteria, basso…suonavano lo swing e il boogie che le truppe americane avevano portato in italia. Ma quando la Ghita suonava in montagna nelle veglie del primo dopoguerra, cominciare la serata con lo swing non andava bene…la gente era “fredda” e non v’era modo di tirarli in pista. Fu così che Ghini chiese la ragione di questa apatia. Gli fu detto “ inizia con una bella tresca o un trescone e vedrai” …detto fatto Ghini chiese che gli fischiettassero dei brani di tradizione locale, lui li trascrisse e li arrangiò per l’orchestina. Con questo stratagemma “scaldacuori” la Ghita ebbe molto successo.