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Ave Aò

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Si parte da vicino, eppure da tanto, da mignotte e fino a Dio, da maschere piegate alla follia di un re fino a un volto nudo che riscrive ogni battaglia.
Gli AVE AO’ nascono dai testi e dalle melodie di Roberto Vagnarelli, dal sordine dei suoi scritti, di commenti, di pensieri, di battute, quelle dalle quali s’intuisce l’essenziale che poi si riforma in musica.
Qui si apostrofa in romano, parole acerbe che si mischiano al rock di chitarre elettriche e che suggeriscono memorie di scontri e di vittorie riportate prima allo splendore e poi all’orecchio da un violino che stride, o da una fisarmonica che risponde.
Qui è l’anima che si cerca, il loro groviglio e un nuovo splendore.
Queste le parole che uniscono il gruppo, il passato hard rock di musicisti che si mettono in gioco riportando contaminazioni che spaziano dal fusion al rock, dalla polka allo ska sfiorando il tango, ballate romantiche spolverate di quella delicatezza d’appartenenza, fino ad arrivare a recitarne i testi.
Qui si critica l’ovvio e si considera l’assurdo come buon esempio, riportando poi tutto ad un ‘acustico stato d’equilibrio’.



Ave Aò

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Si parte da vicino, eppure da tanto, da mignotte e fino a Dio, da maschere piegate alla follia di un re fino a un volto nudo che riscrive ogni battaglia.
Gli AVE AO’ nascono dai testi e dalle melodie di Roberto Vagnarelli, dal sordine dei suoi scritti, di commenti, di pensieri, di battute, quelle dalle quali s’intuisce l’essenziale che poi si riforma in musica.
Qui si apostrofa in romano, parole acerbe che si mischiano al rock di chitarre elettriche e che suggeriscono memorie di scontri e di vittorie riportate prima allo splendore e poi all’orecchio da un violino che stride, o da una fisarmonica che risponde.
Qui è l’anima che si cerca, il loro groviglio e un nuovo splendore.
Queste le parole che uniscono il gruppo, il passato hard rock di musicisti che si mettono in gioco riportando contaminazioni che spaziano dal fusion al rock, dalla polka allo ska sfiorando il tango, ballate romantiche spolverate di quella delicatezza d’appartenenza, fino ad arrivare a recitarne i testi.
Qui si critica l’ovvio e si considera l’assurdo come buon esempio, riportando poi tutto ad un ‘acustico stato d’equilibrio’.



Ave Aò

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Si parte da vicino, eppure da tanto, da mignotte e fino a Dio, da maschere piegate alla follia di un re fino a un volto nudo che riscrive ogni battaglia.
Gli AVE AO’ nascono dai testi e dalle melodie di Roberto Vagnarelli, dal sordine dei suoi scritti, di commenti, di pensieri, di battute, quelle dalle quali s’intuisce l’essenziale che poi si riforma in musica.
Qui si apostrofa in romano, parole acerbe che si mischiano al rock di chitarre elettriche e che suggeriscono memorie di scontri e di vittorie riportate prima allo splendore e poi all’orecchio da un violino che stride, o da una fisarmonica che risponde.
Qui è l’anima che si cerca, il loro groviglio e un nuovo splendore.
Queste le parole che uniscono il gruppo, il passato hard rock di musicisti che si mettono in gioco riportando contaminazioni che spaziano dal fusion al rock, dalla polka allo ska sfiorando il tango, ballate romantiche spolverate di quella delicatezza d’appartenenza, fino ad arrivare a recitarne i testi.
Qui si critica l’ovvio e si considera l’assurdo come buon esempio, riportando poi tutto ad un ‘acustico stato d’equilibrio’.