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CATERINA BUENO E IL CANTO DELLE TRADIZIONI

Continua il viaggio alla ricerca e scoperta delle tradizioni e della la musica popolare italiana, e in questi giorni non potevamo non soffermarci su quelli che sono i canti della Pasqua e della Passione.

A tale proposito ci piace ricordare come le tradizioni popolari, spesso tramandate attraverso il canto, sono sempre stato elemento caratterizzante la vita quotidiana della gente, raccontano la storia attraverso gli occhi di chi ha vissuto determinate esperienze. Spesso infatti attraverso i brani di musica popolare si riesce ad intravvedere uno scorcio diverso o una reinterpretazione di alcuni elementi caratterizzanti la nostra cultura.

Così ad esempio ecco che Maria, la Sacra Vergine, viene rappresenta come l’ha sempre vista e cantata il popolo, ovvero non la Madonna, regina coeli, ma una madre terrena, tenera, spaesata e angosciata.

In Italia, terra prevalentemente legata al mondo agricolo e pastorale, i canti più coinvolgenti della tradizione popolare restano senza dubbio quelli legati ai rituali connessi allo svolgimento delle diverse attività lavorative dei campi, che in alcuni casi erano veri e propri riti propiziatori come quelli legati all’equinozio di primavera spesso coincidente con la Settimana Santa e la Passione.

Questa tradizione dell’oralità e del canto popolare è riscontrabile in tutta la penisola con caratteristiche più o meno rilevanti a seconda delle regioni.

In Umbria e in Toscana, dove spesso la tradizione contadina era molto intrisa e impregnata da quella religiosa, diversi sono i canti legati alla Settimana Santa o della Passione.

Questi sono molto diversi da quelli liturgici tanto che sono spesso accomunanti per ritmo e melodia ai canti questuanti, assumendo un vero e proprio rituale religioso.

Tra i brani raccolti e tramandati ricordiamo: “Bovi bovi”, “Ecco ch’è giunta l’ora”, “La passione delle ore” (detta anche “La passione delle 24 ore” o “L’orologio della Passione”), “Dua vè matre Maria”, “Già condannato il figlio”, “Morte di Gesù”, “Il fegatello”, “Le grazie a migliaia”, “Sotto la croce…Mmaria”, “Maria la stava in casa”.

Tra gli artisti che hanno contribuito a preservare questo importante patrimonio culturale vogliamo oggi ricordare Caterina Bueno, artista con origini spagnole ma nata e vissuta a Firenze per molti anni.

 

www.musicapopolareitaliana.com

Dopo aver appreso da autodidatta a suonare la chitarra, nei primissimi anni sessanta iniziò a operare sul campo come ricercatrice raccogliendo delle registrazioni di artisti come quella del poeta estemporaneo Mario Andreini  ed altri arrivando così a raccogliere e a registrare centinaia di canti popolari toscani. Questa attività la porterà in contatto con l'Istituto Ernesto De Martino di Milano e successivamente entra a far parte del Nuovo Canzoniere Italiano.

La sua carriera artistica si arricchisce di esperienze importanti e variegate, dalla musica al teatro, nonché di collaborazioni e incontri con diversi artisti del mondo folk tra cui:  Gabriella FerriOtello Profazio Lino Toffolo, con cui nel 1966 effettua una tournée in Canada. Lo stesso anno partecipa (con Rosa Balistreri, Paolo Ciarchi, Franco Coggiola, Giovanna Daffini,  Silvia Malagugini, Giovanna Marini, Cati Mattea, ed altri) allo spettacolo Ci Ragiono e Canto (curato da Cesare Bermani e Franco Coggiola con la regia di  Dario Fo).

Il brano con cui spesso viene ricordata è: Tutti mi dicon Maremma Maremma (Maremma Amara), nella versione da lei raccolta sulla montagna pistoiese, successivamente riproposto da molti cantanti fra cui I Gufi e Gianna Nannini, ma il suo repertorio è stato vastissimo quasi interamente dedicato alla riproposizione dei canti toscani.

In questo spazio vi riproponiamo la sua voce nell’interpretazione di   “Maria la stava in casa” uno dei canti in cui si narra della Passione di Cristo.

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=28773&lang=it

 



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