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L'Oscar targato La Grande Bellezza

La_grande_bellezzaPaolo Sorrentino, questa notte, ha conquistato  l'Oscar per il miglior film straniero con La grande bellezza. Un riconoscimento tanto atteso per  il Paese. 15 anni dopo La vita è bella di Roberto Benigni e a 52 dalla delusione di Federico Fellini che con La dolce vita non riuscì a conquistare la preziosa statuetta arriva il premio.

Oggi la nostra news è dedicata tutta al film italiano targato Sorrentino.

Dame dell’alta società, parvenu, politici, criminali d’alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti tessono trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, le ville sterminate, le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti. E non ci fanno una bella figura.

Un’atonia morale da far venire le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate. La città si offre indifferente e seducente agli occhi meravigliati dei turisti. La città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva.

Jep Gambardella ha sessantacinque anni, scrittore e giornalista, dolente e disincantato, assiste a questa sfilata di umanità.  Un fascino che il tempo non ha potuto scalfire.

Il giornalista affermato, Jep si muove tra cultura alta e mondanità in una Roma che non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza.

"Grazie alle mie fonti di ispirazione Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona, i Talking Heads, a Roma, a Napoli e alla mia più grande bellezza personale, Daniela, Anna e Carlo". Queste le prime parole di Paolo Sorrentino sul palco del Dolby Teathre dopo aver ricevuto l'Oscar per La Grande Bellezza.

L’augurio più grande per il MADE IN ITALY!

“Il vortice della mondanità.. volevo diventare il re. Io non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire..

Tutto sedimentato dentro il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura.. Sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato.. è l’uomo miserabile”

 



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