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Covid: il Trentino cancella i Mercatini di Natale

Covid: il Trentino cancella i Mercatini di Natale

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Stop ai mercatini di Natale in Alto Adige e in Trentino. Dopo trent’anni di boom senza fine, l’effetto-Covid annulla una delle tradizioni più amate dalla gente. Impossibile garantire il distanziamento sociale nelle strade, sui pullman e a bordo dei treni speciali che a centinaia da ogni regione avrebbero raggiunto le località leader del rito che precede le feste di fine anno. Dopo il divieto di fiere e sagre locali, contenuto nell’ultimo Dpcm, l’impossibilità di offrire ai visitatori prodotti tipici e bevande ha costretto anche gli organizzatori a prendere atto che le spese non sarebbero state compensate dai guadagni. Tra il 28 novembre e il 6 gennaio, causa pandemia, saltano così le luci delle famose casette in legno che nei entri storici accompagnavano le settimane dell’Avvento.

Il primo mercatino di Natale in Italia, inaugurato a Bolzano, risale al 1990. Aveva importato una tradizione dei Paesi nordici e di lingua tedesca, nata a Dresda nel 1434. Il successo si è rivelato tale da trasformare le bancarelle natalizie in un vero e proprio business.

“In questo momento – dice il presidente altoatesino Arno Kompatscher – la priorità è garantire il funzionamento di scuola e imprese e per questo dobbiamo rinunciare a tutto ciò che non è irrinunciabile”. Quest’anno niente mercatini di Natale dunque a Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Vipiteno e in tutte le località di montagna prese d’assalto a partire dall’ultimo fine settimana di novembre. Stop ufficiale anche a Trento, mentre è attesto ad ore l’annuncio dell’annullamento degli appuntamenti nell’intero Trentino. Le due province autonome, grazie alla competenza primaria in alcune materie, anticipano il “lockdown dei mercatini” che si profila in tutto il Paese. “Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia – dice il presidente dei commercianti altoatesini, Philipp Moser – ma faremo il massimo per assicurare un’atmosfera natalizia a chi vive qui e a chi ama il nostro territorio”.

Gli ultimi vertici dei comitati per l’ordine pubblico avevano evidenziato più di un problema: l’assembramento fino a tarda sera davanti alle casette che offrono cibo e bevande, ma anche nelle strade e nelle piazze, nei parcheggi e nei pochi bagni pubblici.







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