Your message has been sent, you will be contacted soon
Musica PopoIare ltaIiana

Chiama

Chiudi

Van De Sfroos e il ritorno al palco dopo la visita ad Auschwitz

Van De Sfroos e il ritorno al palco dopo la visita ad Auschwitz

 

Le confessioni di Davide Van De Sfroos. Il cantautore folk comasco ha raccontato la genesi del «tour de nocc» e del «Van tour», due serie di concerti che hanno rappresentato per lui un nuovo inizio.

«C'è stato un periodo», ha confessato Davide, «in cui non ho preso in mano la chitarra, vagavo per i boschi, non avevo nessuna voglia di cantare poi, dopo un viaggio ad Auschwitz, mi sono ritrovato e ho superato un momento di crisi». Dal tour è nato un album, doppio cd e triplo vinile, intitolato «Quanti nocc».

L’artista lo definisce «disco della ripartenza», il suo album dal vivo che in più forme (dal doppio Cd al triplo vinile) ha visto la luce venerdì intitolato Quanti nocc, quante notti. E tale album ne testimonia due tour seguiti a un quasi-ritiro, il teatrale “Tour de nocc” e l’estivo “Van Tour”, tramite la rivisitazione energica e vibrante di ben 23 sue canzoni. E però Quanti nocc,disco rutilante di colori (dal jazz al rock al Latinoamerica) è in realtà ben altro che una semplice ripartenza musicale, per Davide Van De Sfroos. Piuttosto, è un approdo: d’un percorso interiore travagliato. Va dunque da sé che incontrandolo, il cantautore laghee classe ’65 parli poco o punto del tour in-store di firmacopie del Cd che partirà sabato da Varese; e che con lui si sfiori appena, d’approfondire cosa coi nuovi arrangiamenti volesse riscoprire nei brani da lui originariamente sparsi in sei dischi fra ’99 e 2014. Tutto passa in secondo piano appena si fa palese dalle parole dell’artista che egli riparta – mirando a un prossimo ritorno anche agli inediti, dopo un lustro – con l’alto obiettivo etico di «portare alla gente meno rabbia possibile». Perché la vera ripartenza di Van De Sfroos, ha preso le mosse prima dei concerti testimoniati nel live: e da un angolo buio della storia il cui nome è Auschwitz.

"Dopo Auschwitz sono andato a suonare in alpeggi e miniere, sempre con uno o due musicisti al più, e sfiorando la psicanalisi di massa. Io facevo outing della depressione e in tantissimi si sentivano sostenuti, vedevano che certi problemi non erano solo loro. Sono andato pure nelle scuole, a parlarne. E infine sono tornato a suonare su palchi normali"

https://video.larena.it/video-server/media/video/182633.mp4

 







[social_share_button]