La Cantata dei Pastori – Una luce nella notte al Politeama di Napoli
Paola Mucci Al Teatro Politeama di Napoli, in Via Monte di Dio 80, da mercoledì 18 a domenica 29 dicembre 2019 sarà in scena “c” di e con Peppe Barra, liberamente ispirata all’opera teatrale sacra di Andrea Perrucci.
Testo di teatro gesuitico, scritto espressamente per contrastare la ‘diabolica’ Commedia dell’Arte, “La Cantata dei Pastori” è, tra versi arcadici e lazzi scurrili, tra lingua colta e dialetto, tra sentimento cattolico e rito pagano, una storia che racconta le traversie di Giuseppe e Maria per giungere al censimento di Betlemme e gli ostacoli che la santa coppia dovrà superare prima di trovare rifugio nella grotta della Natività.
Nel difficile viaggio vengono accompagnati da due figure popolari napoletane: Razzullo, scrivano assoldato per il censimento, e Sarchiapone, barbiere pazzo in fuga per omicidio. Lo spettacolo cambia ogni stagione, pur mantenendo la sua struttura drammaturgica che affonda le radici tra prosa classica e teatro popolare. In questa edizione le novità riguardano anche le musiche, del M° Carmelo Columbro, eseguite da un ensemble di undici orchestrali diretti dal Maestro Giorgio Mellone. Oltre 10.000 spettatori all’anno confermano l’altissima qualità della messa in scena e la potenza comunicativa di valori sacri come la famiglia e le tradizoni.
Al riguardo, Peppe Barra racconta che durante i giorni delle festività natalizie si incantava a guardare il presepe di sera, al buio, quando spente tutte le luci della stanza si illuminava, e assaporando quel momento sognava. Una di quelle sere, la voce della madre, Concetta Barra: «Peppì… ma che staie facènno sulo sulo lloco ‘nnanze?». Peppe rispose che voleva sapere perché Benino, il pastorello dormiente, lo si metteva sempre in alto e sempre nello stesso posto del presepe. E la madre: «Pecché accussì è l’usanza. Adda stà llà e basta!… È stato sèmpe accussì!».Peppe Barra capì allora che nelle tradizioni non ci sono spiegazioni, bisogna solamente viverle, sognarle e lasciare che parlino con il muto linguaggio della poesia e dell’amore. Per questo motivo da oltre tre secoli non c’è Natale senza “Cantata dei Pastori” e da oltre quarant’anni non c’è “Cantata dei Pastori” senza Peppe Barra.
Peppe Barra (Razzullo) è protagonista, autore e regista dello spettacolo. L’orchestra è diretta dal Maestro Giorgio Mellone, le scene di Tonino di Ronza, costumi di Annalisa Giacci e le coreografie di Erminia Sticchi. Nella suggestiva cornice storica di Monte di Procida invece è partita la rassegna “Arte e Musica nella terra del mito”, tra folk, tradizione e tammorra (direzione artistica della cantante stabiese Fiorenza Calogero).
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