Secondo un'opinione comune fino ad un paio di decenni addietro, le forme e gli stili esecutivi riflettono (quando non caratterizzano) le diverse aree linguistico-culturali dell'isola. Per Pietro Sassu, ad esempio, nell'area logudorese ha maggiore rilevanza ha il canto solistico con chitarra mentre il Campidano si caratterizza per le forme di canto con accompagnamento di launeddas; per il canto a più voci il Logudoro, la Gallura e il Sassarese presentano repertori di tipo religioso mentre la Barbagia è l'area della polifonia profana (canto a tenore) e così via. La questione della diffusione delle forme musicali e del loro rapporto con le aree geo-culturali appare oggi estremamente complessa (anche in virtù di vari e complessi processi di delocalizzazione) e risulta piuttosto difficile una sua esatta definizione. Se, ad esempio, fino a tempi relativamente recenti il suono delle launeddas risultava estraneo alle orecchie e alla sensibilità delle comunità del nord Sardegna, oggi è del tutto normale assistere a esibizioni di launeddas in qualsiasi festa di paese dell'isola, senza distinzione di area. Inoltre è invalso l'uso di combinare lo strumento con espressioni tradizionalmente appartenenti a diverse zone: è il caso delle frequenti commistioni fra launeddas e canto a tenore che si ascoltano in incisioni discografiche e dal vivo. Per altro verso, mentre alcune pratiche musicali (soprattutto quelle in cui è determinante la specializzazione individuale come il canto a chitarra o le pratiche di improvvisazione poetica) rivelano caratteri ricorrenti in vaste aree, altre (frutto di comportamenti musicali d'insieme, come le forme di canto a più voci) si differenziano notevolmente a seconda del paese, contribuendo alla definizione dell'immagine della specifica identità culturale di ciascuna "bidda".
Bibliografia essenziale:
M. Madau, Le armonie dei sardi, Cagliari, Stamperia reale, 1787 (ried. a cura di C. Lavinio, Nuoro, Ilisso, 1997);
N. Oneto, Memorie storiche sopra le cose musicali di Sardegna, Cagliari, s.n., 1841;
G. Gabriel, Canti di Sardegna, Milano, Italica Ars, 1923;
G. Fara, L'anima della Sardegna: la musica tradizionale, Udine, IDEA, 1940;
La musica sarda. Canti e danze popolari, a cura di D. Carpitella-L. Sole-P. Sassu, 3 dischi 33 giri con libretto, vpa 8150–2, Pieve Emanuele (Milano), Albatros, 1973;
M. Gualerzi, "Discografia della musica popolare sarda a 78 rpm (1922-1959)", in Culture musicali, 2, 1982, pp. 167-192;
R. Leydi, "Discografia della musica popolare italiana – Sardegna", in Fonti musicali italiane, 2, 1997, pp. 249-280;
Un'antologia di documenti etnomusicologici dall'Archivio di Radio Sardegna, a cura di I. Macchiarella, 2 compact disc con libretto, Cagliari-Roma, Rai/Sede regionale della Sardegna, 2005.
Si vedano anche le informazioni sulle raccolte sonore di:
Archivio Mario Cervo
Archivio dell’ISRE
Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia di Santa Cecilia
Archivio della Discoteca di Stato
Per la musica tradizionale sarda:
P. Sassu, "Le strutture musicali", in La musica sarda. Canti e danze popolari, a cura di D. Carpitella-L. Sole-P. Sassu, 3 dischi 33 giri con libretto, vpa 8150–2, Pieve Emanuele (Milano), Albatros, 1973;
P. Sassu, "La musica di tradizione orale", in La Sardegna, a cura di M. Brigaglia, 1, Cagliari, Edizioni della Torre, 1982;
B. Lortat Jacob, "Sardinia", in Garland Encyclopedia of World Music. Europe, T. Rice-J. Porter (eds.), New York-London, 1999;
B. Lortat Jacob, "Sardinia", in The new Grove Dictionary of Music and Musicians, London, Macmillian, 2001;
B. Lortat Jacob, "Ce que chanter veut dire. Etude de pragmatique (Castelsardo, Sardaigne)", inL'Homme, 171-172, juliet/décembre 2004, pp. 83-102.